Questa “Introdução” di Geraldo José de Paiva ha tutte le caratteristiche per rispondere alle attese di quanti, da tempo, attendevano un manuale di Psicologia della religione. Il volume, articolato in capitoli, ciascuno dedicato ad un ambito contenutistico e metodologico specifico, è impreziosito dalle pagine di “Annexos” che ripresentano alcune delle più rilevanti ricerche pubblicate nel tempo da De Paiva: una sorta di antologia che, nella strutturazione del libro, illustra e sostiene le posizioni espresse nei capitoli.
The book shows a complete and exact review of the so-called human sciences of religion. Actually, it brings evidence of the progress achieved by the academic community, both lay and religious, particularly by Catholics, in the last two decades. The cultural background of the review is the Western world-wide civilization; Italian culture and scholars are also taken into consideration, in History, Sociology and Psychology of Religion and that attests a consolidated habit of cultural exchange.
The editors are aware that, on one hand, their Com-pêndio (a “weighing together”, according to the metaphor that lies at the foundations of the ethimology of the title) aims at offering the joint efforts of not less than 53 voices but, on the other, the different areas of competence and the different methodologies that their contribution convey, solely converge in their material object, the same “thing”: religion.
Il volume presenta una rassegna ampia e puntuale delle cosiddette scienze umane della religione in Brasile. Di fatto testimonia i progressi verificatisi negli ultimi due decenni in ambito accademico, sia in quello laico che in quello confessionale, specie cattolico. Lo scenario culturale in cui l’opera si situa è quello internazionalmente diffuso nel mondo occidentale; non mancano i riferimenti ad ambienti e studiosi italiani, nel campo della storia, della sociologia e della psicologia della religione, a testimonianza di una consuetudine di interscambio culturale.
I curatori sono consapevoli, da una parte, che il loro com-pendio (un “soppesare assieme”, secondo la metafora che ne fonda l’etimo) mira a dar conto di un impegno collettivo di ben 53 autori ma, d’altra parte, trova il punto di convergenza di competenze e metodologie diverse espresse nei contributi, solo nel loro oggetto materiale, una medesima “cosa”: la religione.
L’incerta fede è una pubblicazione del 2020 frutto di una imponente ricerca sociologica che Roberto Cipriani ha svolto a partire dal 2017. L’indagine sociologica si colloca all’interno degli studi di sociologia della religione, contribuendo in modo significativo al tentativo di rilevare e comprendere gli atteggiamenti individuali e collettivi in merito al credere religioso nell’attuale contesto italiano. A questa ricerca hanno offerto un contributo anche il sociologo Franco Garelli, per la parte quantitativa della ricerca, e Gianni Losito, con una nota metodologica. La prefazione è di Enzo Pace.
Il lavoro, presentato come una ricerca interrogante e partecipe intorno al mistero “uomo” e al suo rapporto con il mistero “Dio”, si colloca in continuità con l’interesse costante mostrato dall’autore per la prospettiva dell’antropologia teologica, … Il titolo esprime chiaramente la divisione in due parti del volume e preannuncia la tesi di una distinzione tra la conoscenza sull’apertura dell’uomo al divino, possibile all’antropologia filosofica, e la riflessione sull’esperienza della fede cristiana, che è basata sull’autorivelazione di Dio.”
Per lungo tempo, in Italia, la storia dei rapporti tra psicoanalisi e religione ha registrato scontri tra istituzioni (ecclesiastiche e psicoanalitiche) e conflitti ideologici, piuttosto che dibattiti culturali. Solo a partire dagli anni ’60 del Novecento, la maggior conoscenza e frequentazione reciproca tra alcuni ecclesiastici e singoli psicoanalisti, l’avvicinamento di alcuni psichiatri e psicologi cattolici alla psicoanalisi e la loro partecipazione ad organismi internazionali dove il dialogo era da tempo avviato, ha fatto sì che si abbattessero diffidenze e steccati. … Nella Prefazione, Stefano Bolognini, già Presidente della SPI ed ora Presidente della Associazione Internazionale, segnala che la psicoanalisi è “in condizione oggi di trattare in modo esplorativo, aperto e libero da pregiudizi un ambito esperienziale come quello religioso, un’area di tabù paradossalmente a rischio di diventare a sua volta un’area-tabù per gli psicoanalisti”.
Il volume propone, dal punto di vista educativo, un articolato quadro di riferimento entro cui collocare il fenomeno del pluralismo religioso e, in particolare, la problematica del diffondersi di Nuovi Movimenti Religiosi nel contesto socio-culturale contemporaneo. L’opera si colloca in continuità con la ricerca che l’Autrice da alcuni decenni sta portando avanti sui problemi collegati al diffondersi di nuove forme di religiosità e ai conflitti emersi all’interno del mondo cattolico e che, in parte, sono anche connessi a una scarsa informazione sulla complessità dei fattori, interni ed esterni, che incidono sull’adesione a questi nuovi gruppi e movimenti.
Libri ed intere collane di successo parlano di de-secolarizzazione e di post-secolarizzazione, di ritorno dell’anima, di rinnovamento della Chiesa, di bisogno di credere, ma anche di spiritualità post-trascendente e di “religione senza Dio”. In questo vasto contesto c’è un rinnovato interesse su che cosa la psicologia può dire attorno al “religioso” (religione, religiosità, spiritualità, ma anche ateismo, superstizione, integralismi e fondamentalismi). In ambito internazionale sono nati importanti Journal interamente dedicati alla disciplina, che raccolgono studi da ogni parte del mondo e su ogni confessione, denominazione e forma religiosa.
L’attuale “analfabetismo religioso” inteso come “l’accettata mancanza di strumenti di conoscenza di una esperienza di fede, i testi sacri che la fondano, le sue pratiche culturali, le norme interne ed esterne, i dinamismi storici che la percorrono e la modificano” non viene da un dato sociologico dell’oggi, ma dalla storia d’Italia.
Il volume si caratterizza per la specificità dell’approccio alla religiosità, analizzata alla luce della prospettiva dell’attaccamento. Nella prima parte è focalizzata la tematica dell’atteggiamento verso la religione in relazione ai legami di attaccamento. Nella seconda parte vengono presentati i contributi di studio e di ricerca, non connessi in modo specifico al tema dell’attaccamento ma che offrono interessanti spunti di riflessione sull’esperienza religiosa.