L’opera di Ana-María Rizzuto è di rilievo decisivo per la psicologia della religione, sia per i risultati raggiunti che per la metodologia proposta: è un punto di svolta del contributo della psicoanalisi a una migliore comprensione dell’atteggiamento non solo del credente, ma anche del non credente. Tra i risultati principali offerti dalla Rizzuto, vengono sottolineate sia l’evidenziazione dei tratti inconsci della rappresentazione mentale, inclusa la rappresentazione di Dio, sia l’indicazione delle relazioni tra la rappresentazione di Dio principalmente inconscia o pre-conscia e l’atteggiamento personale verso Dio. Questo articolo si propone di illustrare alcuni minori punti critici, riferiti al concetto di ‘rappresentazione inconscia di Dio’ e propone una via percorribile per evitare le ambiguità della formulazione.
Questo articolo descrive la costruzione di un questionario che ha lo scopo di misurare la religiosità cattolica con il Metodo dei punteggi ottimali, basata sulla quantificazione di variabili nominali (conosciuta anche come Analisi delle corrispondenze) e fornire un punteggio su una scala a intervalli. Partendo da diciassette ipotesi iniziali, tradotte in altrettante domande, ne sono state selezionate nove che danno un indice di coerenza interna elevato (α di Cronbach pari a 0,87). L’analisi fattoriale tradizionale e la modellistica strutturale confermano l’esistenza di un fattore latente. Il campione è costituito da 1957 adulti italiani di varia provenienza, sia culturale sia geografica. Le correlazioni con due scale di religiosità (I-E/R e Quest) permettono di accertarne parzialmente la validità.
I simboli religiosi possono essere investiti della conflittualità psichica che caratterizza l’esperienza umana. Anche la psicosi è un’esperienza umana, che si caratterizza per la lacerazione del senso di sé e la perdita del senso di realtà. Il delirio è un esito adattativo e identitario finalizzato a suturare queste profonde lacerazioni, dove talora i simboli religiosi e l’idea della trascendenza trovano un’espressione intercettando il conflitto psichico tra fusione e scissione che contraddistingue l’angoscia psicotica.
L’esercizio della psicoterapia nell’ambito dell’etnopsichiatria impegna lo psicologo ad un costante confronto con aspetti simbolico-culturali e religiosi che non gli sono familiari, sfidando lo statuto culturale della psicologia e della pratica psicoterapeutica. L’emergere di contenuti religiosi nel corso della psicoterapia con migranti di fede islamica porta ad aprire una riflessione non solo sull’uso e sul significato che essi hanno nella dinamica intrapsichica del paziente ma anche sull’influenza delle variabili culturali nella costruzione di diversi statuti di realtà e di individuo.