Recenti studi evidenziano come il diffondersi della pandemia da COVID-19 e le relative misure restrittive adottate per contenerla abbiano un impatto negativo sul livello di benessere delle persone. La dimensione della religiosità è considerata una risorsa per poter fronteggiare le situazioni di emergenza. Il presente contributo intende indagare l’esistenza di differenze tra credenti, atei e agnostici in termini di adattamento alla pandemia. Un campione di 325 partecipanti (età: 18-74 anni) ha compilato strumenti per misurare: identità religiosa, benessere percepito, presenza e ricerca di significato, impatto del COVID. I risultati evidenziano nei credenti un livello più elevato di presenza/ricerca di significato, senso di connessione e comportamenti altruistici.
Generalmente, le persone depresse tendono ad adottare comportamenti sottomessi, ad avere una scarsa considerazione di sé nel confronto sociale, alimentando la paura di una valutazione negativa. Un prolungato comportamento sottomesso, nel tempo, può tradursi in un disturbo depressivo. Allo stesso modo, in un’ottica evolutiva, le convinzioni e gli atteggiamenti religiosi presentano notevoli implicazioni per la vita sociale: stabilire e mantenere gerarchie, figure di potere e relazioni asimmetriche. Tutte queste implicazioni rappresentano esempi di comportamenti sottomessi tra persone religiose e credenti. Nel presente studio, il legame tra orientamento religioso e comportamento sottomesso è stato esplorato in un campione di 391 studenti universitari. I risultati hanno evidenziato che le persone caratterizzate da un orientamento religioso estrinseco sono più propense ad instaurare comportamenti sottomessi. Diversamente, nessuna associazione è stata riscontrata tra depressione e orientamento religioso. In conclusione, un orientamento religioso di tipo estrinseco sociale è funzionale nel perseguire obiettivi attraverso comportamenti sociali, ed è indirettamente coinvolto nella sintomatologia depressiva.
Sono presentate alcune teorie contemporanee dell’identità psicosociale, derivate dall’interazionismo simbolico, dalla categorizzazione/prototipicità del gruppo e dalla prospettiva hegeliana della trasformazione. È anche indicata la necessità di integrare l’identità sociale con la dimensione personale dell’identità analizzata con i concetti dell’immaginario e del simbolico. Tramite la discussione di alcuni casi di costituzione dell’identità religiosa, viene illustrata la convergenza tra categorizzazione/prototipicità del gruppo e l’elaborazione del simbolico in diversi contesti religiosi-culturali.
L’autore richiama il fatto che alcuni recenti contributi di psicoanalisti di diverse scuole postfreudiane hanno spostato l’attenzione dalla questione dell’origine della religione come fenomeno storico-culturale al tema, più propriamente psicoanalitico, dell’atteggiamento personale verso la religione, quale è dato osservare nelle storie di casi clinici. Il principale guadagno di questa modifica è la possibilità di aggirare le dispute e le argomentazioni sul valore di verità delle credenze religiose. In vista di ciò l’autore, come molti altri, adotta il modello di “fenomeno transizionale illusorio”, introdotto da Donald W. Winnicott. Mentre sottolinea l’importanza di questo concetto, ne approfondisce le ricadute positive e ne denuncia alcuni usi impropri. Con riferimento alla tendenza di alcuni autori a perseguire l’interazione della psicoanalisi con le neuroscienze, con la psicologia culturale e con la teoria dell’attaccamento, viene posta in discussione la promessa di questi tentativi circa la possibilità di una comprensione profonda della religiosità dei singoli individui. Infine l’autore critica il concetto e la stessa dicitura di “psicoanalisi della religione”, proponendo la sua opinione in merito alla questione della verità della religione alla luce della psicoanalisi.
Una rivista di psicologia della religione costituisce una novità di rilievo nel panorama della letteratura psicologica italiana. In Italia, dunque, questa rivista viene a riempire un vuoto. In passato trascurata dalle istituzioni accademiche e spesso guardata con diffidenza da certi ambienti ecclesiastici, la Psicologia della religione è sostenuta da decenni da un gruppo di appassionati riuniti nella Società Italiana di Psicologia della Religione. La rivista mira ad essere un luogo di incontro, pubblicando ricerche ed incoraggiando la discussione su fenomeni e processi, teorie e metodi psicologici e le loro applicazioni al campo della religione. Nel perseguire questo scopo cercherà la massima indipendenza dalle confessioni religiose, dalle ideologie, dalle influenze economico-editoriali, ed anche dalle “mode” della mainstream psychology.
This Special Issue focuses on the relations of Christian spirituality with both individual and social well-being, bearing in mind the multi-component nature of human well-being of which religious spirituality is only a part. The issue is expected to refer to Western society, which is largely steeped in Christian spiritual culture, but it may also deal with what happens when Christian spirituality
encounters other non-Western cultures and—religious or non-religious—contexts. Specifically, how does Christian spirituality influence social and political democracy? How effective is religion in social change? What is its contribution to education, healthcare, the workplace, etc?
Special Issue of Religions is expected to refer to Western society, which is largely steeped in Christian spiritual culture, but it may also deal with what happens when Christian spirituality
encounters other non-Western cultures and—religious or non-religious—contexts.
Scopo del corso di Psicologia dinamica della Religione è quello di offrire un contributo storico e teorico affinché si possa comprendere l’epistemologia della disciplina. Vi sarà un capitolo dedicato ad alcuni cenni storici della disciplina in Italia, che contribuiranno a cogliere le difficoltà pratiche e teoriche della stessa. Un secondo capitolo chiarirà l’oggetto della psicologia della Religione in quanto scienza psicologica sviscerando il dibattito che si è creato attorno all’oggetto della disciplina. Un ulteriore capitolo (terzo) applicherà la psicologia della Religione ad una religione storicamente data, il monoteismo ebraico-cristiano cattolico: colpa e desiderio saranno le due assi portanti della ricerca. Infine, (capitolo quarto) raccoglierà le considerazioni teoriche dell’epistemologia della Psicologia della Religione.
XIII Seminário Internacional de Psicologia e Senso Religioso Pensare ai possibili rapporti e al dialogo tra Psicologia e Religione nell’ambito della formazione e del lavoro sia in Psicologia che negli ambienti sanitari in generale. Si discuteranno gli aspetti etici legati …
XIII Seminário Internacional de Psicologia e Senso Religioso: Il tema centrale dell’evento sarà “Psicologia e Religione: Percorsi, dialoghi e limiti”. Pensare ai possibili rapporti e al dialogo tra Psicologia e Religione nell’ambito della formazione e del lavoro sia in Psicologia che negli ambienti sanitari in generale. Si discuteranno gli aspetti etici legati al fatto che la religiosità è costitutiva della soggettività nella pratica professionale e nella ricerca in Psicologia. Si parlerà della Psicologia della religione come area di studio, i suoi possibili dialoghi e confini con diversi “saperi” accademici.