Nell’ambito della ricerca specialistica, molto attiva è la Divisione scientifico-professionale “Psicologia e religione” della SIPs (Società Italiana di Psicologia), che realizza annualmente un convegno, pubblicandone gli Atti, tra i quali particolarmente interessanti per l’attenzione ed il rispetto con cui esplorano la complessa dinamica dei rapporti tra psicoanalisi, psicoterapia e religione risultano i volumi: Psicoanalisi, bisessualità e sacro (a cura di L. Ancona); La religione in clinica psicologica (a cura SIPs); Theos e atheos in psicoterapia (a cura SIPs).
La discussione del Convegno si articolerà intorno al trinomio psicoterapeuta-religione-paziente. Metterà a tema l’interagire dei vissuti verso la religione – non solo del paziente, ma anche del terapeuta – con lo svolgersi della terapia. Sono previste due relazioni di base, sulle quali si articolerà il dibattito in riunione plenaria e quattro sessioni di lavori seminariali.
L’interesse degli studiosi è spesso rivolto a definire l’ambito epistemologico e metodologico di un approccio psicologico al fenomeno religioso. La psicologia ha da tempo rinunciato alla pretesa di formulare teorie sintetiche; (e tendenzialmente riduzionistiche) sulla genesi e l’essenza della religione. La lettura psicologica considera la religione una risposta pregnante alla domanda di significato esistenziale, reperibile, in modo implicito o esplicito, nell’uomo. Una risposta che appella al Trascendente, al Radicalmente-Altro. Ma la psicologia si limita a formulare giudizi di congruità psichica del vissuto religioso con l’insieme della personalità e non può esprimersi, per i suoi intrinseci limiti epistemologici, sull’ esistenza del Trascendente, né formulare giudizi di valore, se non di validità psichica, sulla fede del credente.
Un primo interrogativo mi pare debba centrarsi sulla specificità, l’ambito e i limiti dell’approccio psicoanalitico alla religione. Sotto quale punto di vista la religione, oggetto di molteplici discipline scientifiche, si fa oggetto della psicoanalisi? E qual è il metodo che tale oggetto costituisce, quali le ipotesi e le teorie che vi sono sottese e, in un certo modo lo precostituiscono, come oggetto di indagine scientifica? È appena il caso di ricordare che l’osservazione psicologica della condotta religiosa si colloca in un’ottica fenomenica e in una posizione di agnosticismo metodologico.
Siamo nel ritrovo milanese dei “Bambini di Dio, un movimento che é una delle espressioni di un certo revival religioso americano, spontaneistico e misticheggiante. In Europa si é diffuso attraverso i Paesi Anglosassoni, per l’azione di alcuni volonterosi, fervidi e miti missionari. Li puoi incontrare nelle vie delle più grandi città … considerano il “Se non ritornerete come bambini” come imperativo principale e costitutivo del seguace di Cristo.
Apres une introduction sur les méthodes, la première partie présente et discute trois interprétations de la religion: le courant américain de James à Allport, la pensée freudienne et, finalement, les vues de Jung prolongé par Fromm. La seconde partie compose une psychologie génétique de la religion enfantine et juvénile, en puisant aux meilleures sources publiées. Elle se termine par l’exposé de contributions italiennes (Burgalassi, Rusconi) sur les jeunes devant les conflits de la société et par une synthèse plus personnelle des auteurs sur la maturité religieuse.
Dopo un’introduzione sui metodi, la prima parte presenta e discute tre interpretazioni della religione: la corrente americana da James a Allport, il pensiero freudiano e, infine, le prospettive di Jung seguite da quelle di Fromm. La seconda parte delinea una psicologia genetica della religione infantile attingendo alle migliori ricerche pubblicate. Questa parte si completa con la presentazione di contributi italiani (Burgalassi, Rusconi) sui giovani di fronte alle tensioni sociali e con una sintesi più personale degli autori sulla maturità religiosa.