In questo numero: Convegni, incontri, prospettive di ricerca (M. Aletti); Convegno IAPR, Lovanio 2006 (P. Ciotti); Verbale Giuria 6° Premio “Giancarlo Milanesi”; Religione: cultura, mente, cervello. Presentazione del volume (M. Aletti, D. Fagnani, G. Rossi); Giornata di Studio: Accompagnamento spirituale …
La psicologia si trova oggi a “fare i conti” con due opposti orientamenti che propongono di rendere ragione della vita mentale del soggetto o in termini di strutture e processi cerebrali o in termini di codici e pratiche vigenti nell’ambiente in cui l’individuo è immerso. Alla luce dell’opposta tensione tra riduzionismo biologista e de-costruttivismo discorsivo, si cercherà di prospettare una visione della psicologia che tenga sì presente lo strutturale radicamento del mentale nel corpo (e non lo consideri quindi come astratta architettura di unità di elaborazione o flusso di operazioni computazionali) e l’imprescindibile carattere situato della vita mentale, ma che riconosca la genuina natura intenzionale (quindi non fisica, ma neanche totalmente determinata dal contesto) degli atti soggettivi attraverso cui la persona dà senso alla propria esperienza della realtà.
Psychology is today having to reckon with two opposing orientations which propose to interpret an individual’s mental life either in terms of mental processes and structures, or in terms of the codes and practices which apply in the environment surrounding the individual. In the light of the opposing tension between biological reductionism and discursive de-constructionism, an attempt will be made to put forward a view of psychology which, though taking into account the structural rooting of the mind in the body and the inescapable situated nature of mental life, also recognises the genuine intentional nature of the subjective acts through which a person gives sense to his/her own experience of reality.
Se la teoria dell’attaccamento è relativamente recente, fatto ancora più recente è l’applicazione dei suoi modelli alla religione, i cui fautori principali sono certamente Lee A. Kirkpatrick e Pehr Granqvist. Io qui vorrei limitarmi a confrontare i rapporti tra teoria dell’attaccamento e psicoanalisi per quel che riguarda l’approccio psicologico alla religione. La mia tesi di fondo è che i due approcci, quello psicoanalitico e quello della teoria dell’attaccamento, in quanto focalizzati su due aspetti diversi del complesso fenomeno umano della religiosità
potrebbero coesistere e fornire specifici contributi, purché sappiano astenersi dal ridurre l’uno all’altro approccio e metodologia. Cercherò di argomentare che: l’attaccamento è (solo) un aspetto della relazione interpersonale con il “caregiver”; la complessità dell’atteggiamento dell’individuo verso la religione non è riducibile, né spiegabile, con le modalità predittive dell’attaccamento; esiste una differenza metodologica ineliminabile tra psicoanalisi e teoria dell’attaccamento.
In questo numero: Nasce il nuovo portale della Società (R. Di Marzio); Prove di navigazione (D. Fagnani); Le differenze di genere nei fondamentalismi religiosi (G. Pierangeli); Psicologia della religione. Novità in libreria (M. Aletti); Attività e pubblicazioni dei Soci. Per …
In questo numero: Nuovi traguardi, nuove prospettive (M. Aletti); La preghiera e i suoi effetti (E. Seghezzi); Recensione: Tolkien e Harry Potter (G. Rossi); Laurea honoris causa ad Antoine Vergote (M. A.); Gruppo Balint al Convegno (M. Lichino); Recensione del …
“è un libro controcorrente, perché punto di arrivo e testimonianza del percorso di ricerca e di riflessione e, insieme, dell’assunzione di un impegno etico-sociale da parte della comunità degli psicologi”; ed è “un libro innovativo. Per la prima volta i temi dell’identità religiosa e delle sue alienazioni e derive, del pluralismo religioso e del fondamentalismo, dell’integralismo, e finanche del terrorismo, sono studiati in maniera organica in prospettiva psicologica”.
Quando io nel mio lavoro giornaliero quale psicoterapeuta ascolto i miei pazienti, sofferenti di tante sindromi psichiatriche, ma in tutti i casi di pene da loro non sopportabili, di conflitti per loro insolubili, di difficoltà esistenziali di ogni genere da loro non affrontabili, io non penso ad altro che al loro singolo dolore e al modo di comprenderlo. La mia attenzione al singolo è tale, da non permettermi né di prendere appunti di quanto ascolto, o delle mie riflessioni al riguardo, né tanto meno di pensare a me distraendomi dal paziente. L’unico modo di pensare a me è solo quello di riflettere sul mio controtransfert. Anche gli intervalli fra una seduta e l’altra, dedicati al rilasciamento, al cancellare temporaneamente i ricordi della seduta passata onde essere totalmente disponibile per la prossima, non mi lasciano il tempo per riflessioni generali.
In questo numero: Quale religione per la psicologia della religione? (M. Aletti); Recensione al volume di R.W. Hood, Jr. P.C. Hill & W.P. Williamson (2005), The Psychology of Religious Fundamentalism (M. Aletti); Sommario del volume di Paloutzian, R. F. & …
In questo numero: Verso il futuro: continuità e rinnovamento (M. Aletti); Questionario per i Soci: risultati (G. Rossi); Il Socio-tipo. Una prima lettura interpretativa (M. Aletti e M. Diana); Recensione all’articolo di V.V. Raman (2004). Faith and doubt in science …