In questo numero: Una riflessione e un augurio (F. De Nardi); Verso il futuro (M. Aletti); La storia della psicologia della religione: attraverso le biografie dei suoi protagonisti – Recensione al volume di J. Belzen, Psychology of religion: autobiographical accounts …
Presentare il percorso scientifico-accademico di un amico non è evidentemente un’operazione neutra: per questo ho scelto di esporre alcune riflessioni su quelli che ritengo i contributi più significativi del lavoro di Mario Aletti nell’ambito della psicologia della religione, quelli che certamente mi hanno colpito maggiormente e che io stesso ho utilizzato nel mio lavoro, ritenendo, non senza un qualche riscontro, che abbiano influito per lo meno sulla qualità e la diffusione della psicologia della religione in ambito italiano.
Verrà considerato e valorizzato il contributo psicologico che la Religione può offrire al bisogno umano di spiritualità laicamente intesa come sviluppo della propria interiorità e come espressione autenticamente umana dell’“aver cura di sé”. Sottolineare l’importanza di “apprendere ad aver cura di sé”, ci consentirà di interrogarci sullo smarrimento e sul disorientamento dell’uomo contemporaneo, comprendendo come la diffusa fragilità identitaria sia correlata ad una precaria strutturazione del sé che appare sempre più deprivato di un contatto reale con le autentiche esigenze della vita.
In questo numero: Religione, spiritualità e cura di sé: opportunità e sfide (F. De Nardi); Letture consigliate … e alcune sconsigliate (M. Aletti); Lou Andreas Salomé: dal narcisismo originario al desiderio di Dio (C. Scarpa); Programma convegno Religione, Spiritualità e …
In questo numero: Religione, spiritualità e cura di sé (Convegno SIPR 2012); Congresso IAPR 2011 in Bari (C. Scarpa); Messaggio di indirizzo alla SIPR di Antoine Vergote al Congresso di Bari; Verbale assegnazione 8° Premio Milanesi a Cristina Scarpa; Cattolici …
Nel rito religioso, la partecipazione (cioè il “prender parte”) del credente, suppone la capacità creativa e progressiva, di assimilazione e di adesione del soggetto, non meno che il radicamento nel dato biologico-socio-culturale del simbolo. Mette in gioco le dinamiche emotive interne del soggetto, la sua competenza cognitiva e la sua interazione con la cultura ambiente. La lettura psicologica deve perciò utilizzare, insieme, una prospettiva dinamica, cognitiva e sociale.
Fin dalla metà dell’800 gli studi dapprima medico-psicologici e poi psicologici in senso proprio ‘applicati’ alla storia, alla letteratura, alla mitologia, alla religione e in genere ad oggetti culturali si moltiplicano con un’urgenza di comprensione totale, se non addirittura di spiegazione scientifica, di ogni manifestazione e produzione umana… Anche l’approccio psicologico alle Confessioni segue questa evoluzione interna ed esterna, interna cioè alle discipline di provenienza e al dibattito teorico-metodologico in corso in esse ed esterna quanto alla validità, utilità e legittimità, oltre che all’apporto reale da esso dato alla comprensione sempre più profonda del testo e della figura del suo autore.
La psychologie de la religion est l’étude de ce qu’il y a de psychique dans la religion. Elle cherche à rendre compte des procès psychiques sous-entendus dans le “dire Dieu” de la part de l’individu et des groupes sociaux. La psychologie, science empirique, prend comme objet un phénomène concret, observable : cet homme-ci qui, dans ce contexte culturel, se mesure à cette religion-là. Comment il le fait, à travers quels processus et interactions avec l’ensemble de sa personnalité, avec quels conflits et avec quels résultats : c’est là l’objet de la psychologie de la religion. À partir de ces considérations on tâche de montrer comment la perspective psychosociale et celle clinique offrent des parcours de recherche pour déconstruire des concepts, élaborer des méthodes, proposer des techniques de recherche.
Il Convegno si misurerà con tutti i temi più importanti dell’attuale dibattito e sulle nuove prospettive per la disciplina: i rapporti tra religione, religiosità e spiritualità; le relazioni tra tratti della personalità e religione, tra religione e fondamentalismo; ci sarà anche l’opportunità di confrontare le diverse metodologie: quelle “empiriche” vs quelle “ermeneutiche”, quelle esplicite vs quelle implicite; le metodologie narrative, la prospettiva evoluzionistica, la teoria dell’attaccamento e i nuovi contributi clinico-ermeneutici della psicodinamica. A giudicare dai contributi proposti appare anche chiaro, d’altra parte, che potrebbe essere utile una chiara discussione su che cosa è la psicologia della religione e che cosa ne è l’oggetto specifico, vale a dire la religione. Si tocca qui una vexata qaestio: la religione può essere identificata con la domanda di significato o si qualifica come una risposta alla ricerca di significato? Precisamente quella risposta che fa riferimento al Trascendente come fonte di significato? Questa questione troverà espressione nel corso del symposium con ed in onore del prof. Antoine Vergote, Maestro di molti di noi, universalmente considerato uno dei padri fondatori della psicologia della religione contemporanea, nonché primo Socio Onorario della SIPR.
Vergote’s work in the psychology of religion is characterized by being both fundamental and applied, both empirical and at the same time theoretical. Vergote’s is a highly complex stand in what is classically called the issue of the relationship between faith and reason. Finally the issue with which he raised substantial attention in the last century: his controversial critique of the idea that the human being would be naturally religious, Vergote’s comment on this idea, this apriori, is remarkably short and dry: “it is just an idea”.