In questo numero: Psicologia della religione e psicosette (M. Aletti); «L’anima e il suo destino»: una provocazione per la psicologia e gli psicologi della religione (P. Ciotti); Questioni di metodo: Psicologia della religione e movimenti religiosi minoritari (R. Di Marzio); …
In recent years post-Freudian psychoanalysis has shifted its focus of interest from the origins of religion as a cultural phenomenon to a concentration on personal religion in the case-history of the individual. This change becomes evident when one analyzes the most recent contributions from psychoanalysts of different schools. The idea that psychoanalysis of religion can be fruitful only when it refers to a personal developmental path has gained increasing acceptance. The first benefit of this change is the possibility it allows for circumventing all arguments about the truth value of religious beliefs. To achieve this aim, many authors adopt the notion of the “illusory transitional phenomenon” introduced by Donald W.Winnicott.
In questo numero: “Cattolici” e “Laici”. Ancora barricate? (M. Aletti); Atteggiamenti verso il terrorismo: un’indagine esplorativa (L. Carissimi); Programmi dei corsi di Psicologia della religione; Recensione di G. Sorge al volume di A. Conrad Lammers & A. Cunningham (Eds) (2007). …
Le nuove prospettive derivanti dall’applicazione della Teoria dell’Attaccamento al vissuto religioso. Tale teoria, formulata originariamente da J. Bowlby alla fine degli anni Sessanta, è diventata un modello di riferimento nello studio delle relazioni umane. Uno specifico campo di applicazione è quello riferito allo studio della relazione dei credenti con la realtà divina intesa quale figura di attaccamento.
Lecuit valorizza il contributo di Vergote all’elaborazione teologica, pur senza indulgere a tentativi di piegare e ricollocare i contenuti della psicoanalisi nel disegno architettonico di una antropologia teologica già pre-costituita. Già questa attenzione mostra l’adesione dell’autore alla prospettiva epistemologica dello stesso Vergote, che tenacemente sostiene che la psicologia sarà tanto più utile alla teologia, quanto più sarà fedele ai suoi propri principi e metodi, nel cercare la verità psicologica sull’uomo; verità che, per ogni credente come per il teologo, non potrà risultare in contraddizione con la verità sull’uomo rivelata da Dio. L’apporto di Vergote alla teologia consiste principalmente nella ricerca dell’intelligenza della fede sostenuta da un’antropologia filosofica e teologica, illuminate dall’esperienza psicoanalitica.
“Per articolare in modo sensato le ragioni di differenza e il fruttuoso rapporto di complementarietà tra la guida spirituale e l’intervento psicologico, occorre riferirsi almeno a tre luoghi di confronto. Il primo riguarda la costruzione dell’identità da parte del soggetto, in riferimento alla coscienza di sè e al senso della propria vocazione…. Il secondo si riferisce alla mediazione autorevole nel cammino di ricerca e di costituzione dell’identità personale. … Il terzo luogo riprende la domanda della formazione permanente.”
In questo numero: Qualità e dignità (M. Aletti); Coping e religione. Prospettive e problematiche dei modelli di ricerca empirica (S. Biancotto); Mario Aletti in Brasile (G. J. de Paiva); Verbale dell’Assemblea dei Soci; Attività e pubblicazioni dei Soci. Per leggere …
La correlazione tra neuropsicologia ed esperienza religiosa è argomento quanto mai attuale. Dalla lettura complessiva si comprende innanzitutto come la psicologia della religione debba oggi confrontarsi con due nuove prospettive: la psicologia culturale e la neurobiologia. In proposito non si fa fatica a condividere che, per una migliore comprensione del vissuto psichico verso la religione, conviene non giustapporre le due prospettive, ma integrarle. Chiarito che non ha senso voler dimostrare la esistenza o non esistenza di Dio fondandosi sulla neurobiologia, non c’è dubbio sulla rilevanza del vissuto religioso nella personalità individuale, così come sulla sua complessità. E allora uno studio che rispetti la complessità dell’atteggiamento religioso deve tener conto – come un insieme integrato – dei dati neurobiologici, del contesto culturale, della storia personale.
In questo numero: Teoria dell’Attaccamento e religione (M. Aletti); Legami di attaccamento nell’infanzia e nell’età adulta (R. Cassibba); La religione dal punto di vista della teoria e della ricerca sull’attaccamento / Religion from the perspective of attachment theory and research …
La collana di Psicologia della Religione diretta dal prof. Mario Aletti e pubblicata dal Centro Scientifico Editore ha essenzialmente quattro pregi: – rende possibile ai lettori comprendere cos’è la Psicologia della religione; – rende accessibile ai lettori il lavoro di ricerca, di approfondimento e di confronto che la SIPR, ha svolto dal febbraio 1995 ad oggi; – il terzo pregio è che questi volumi sono aperti alla molteplicità degli approcci e dei modelli esplicativi della psicologia e della psicoanalisi; – infine, i volumi della collana sono corredati da un apparato scientifico (note, bibliografie, documentazioni) di altissimo livello.