“Fede è sostanza di cose sperate/et argomento delle non parventi” dice Dante citando alla lettera San Tommaso. Mille anni prima, un altro Tommaso, che si era proposto di non credere se non in quello che vedeva e toccava, si era sentito rimproverare “Beati coloro che hanno creduto, senza aver visto” (Gv. 20, 29). Eppure il credente continua a cercare “cose”, fatti, dimostrazioni visibili e materiali per giustificare e alimentare la propria fede. Questo apre una serie di interrogativi di interesse psicologico.
In questo numero: L’Io, l’altro, Dio. Il convegno (F. De Nardi); Abstract relazioni: 1. – Nostalgia delle origini e ricerca dell’Altro (A. Petterlini); 2. – Figurazioni dell’incommensurabile e testimonianze nella cura (L. Boccanegra); 3. – Religione e sicurezza narcisistica (G. …
Superando la deriva concettuale soggiacente all’uso confusivo della parola “mistica” individuare alcune caratteristiche della mistica autentica quale può essere considerata dal punto di vista scientifico della psicologia e, insieme dalla rispondenza ad una visione religiosa o almeno di alta spiritualità.
In questo numero: Saluto del nuovo Presidente (F. De Nardi); La SIPR al Congresso IAPR di Vienna (D. Fagnani); IAPR Conference in Wien (D. Hutsebaut); Abstract degli interventi dei Soci SIPR al Congresso IAPR; La Collana di Psicologia della Religione …
Il volume si caratterizza per la specificità dell’approccio alla religiosità, analizzata alla luce della prospettiva dell’attaccamento. Nella prima parte è focalizzata la tematica dell’atteggiamento verso la religione in relazione ai legami di attaccamento. Nella seconda parte vengono presentati i contributi di studio e di ricerca, non connessi in modo specifico al tema dell’attaccamento ma che offrono interessanti spunti di riflessione sull’esperienza religiosa.
Sia il non credente, sia il credente, adottano, in linea di principio, una medesima prospettiva razionale nella rilettura filosofica e psicologica. Per tale prospettiva razionale, la parola “credere” ha il senso propriamente epistemologico ben definito dal fenomenologo E. Husserl: la credenza è un sapere della ragione che non è ancora una conoscenza criticamente certa di se stessa.
In questo numero: Neurobiologia e Psicologia della religione (M. Aletti); www.psicologiadellareligione.it (R. Di Marzio); Centro per lo Studio della Scienza, la Società e la Cittadinanza; Letture – Psicologia della religione e… dintorni (M. Aletti); Psicologia della religione e Teoria dell’Attaccamento …
Le connotazioni del “mondo” religioso del fanciullo, rimandano ad alcune caratteristiche peculiari dello psichismo infantile ed, in particolare, sembrano accentrarsi nell’egocentrismo che é, per definizione, l’opposto di quell’apertura all’Altro che costituisce la condizione necessaria dell’incontro personale con Dio. L’interrogativo si fa quindi centrale e si pone sulla possibilità stessa per il bambino, e il fanciullo, di essere religioso. La risposta dovrà uscire da una serie di considerazioni.
In questo numero: L’uomo, il credente, la morte (M. Aletti); Religione e religiosità (N. Bobbio); Recensione di C. Alberico del volume di P. Caspani (Ed.) (2008). Liberaci dal maligno. L’esperienza del demoniaco e la riflessione teologica. Milano: Ancora; Recensione di …
A livello editoriale, il rinnovato interesse è riscontrabile dal numero di pubblicazioni che, nel titolo, accostano le parole chiave psicologia o psicoanalisi al ‘religioso’: anima, spiritualità, Chiesa, pastorale, direzione spirituale, celibato, etc. Che poi il contenuto risponda adeguatamente alle attese suscitate dal titolo è cosa non scontata. Di qui l’opportunità di una guida critica alla lettura e di una nota introduttiva. Numerosi sono i lavori che concentrano l’attenzione sulle possibilità applicative e su un uso della psicologia funzionale alla catechesi, all’educazione religiosa, o ad altri ambiti di intervento formativo rubricati sotto le diciture ‘Psicologia pastorale’, ‘Psicologia spirituale’ o simili.