L’impostazione epistemologica di Vergote viene delineata nell’articolazione di due elementi: quale religione, quale psicologia e, quindi, quale psicologia della religione. Le puntuali e ferme indicazioni di Vergote, enucleate dall’insieme delle sue opere e qui confrontate con le impostazioni di altri studiosi, attestano la profonda incidenza del Maestro sulla letteratura internazionale, europea e specificamente italiana.
La conferenza propone le differenze di atteggiamento psicologico tra credente, non credente e ateo. Mentre la persona atea ha atteggiamenti militanti, a volte anti-teisti; il non credente “è colui che non può ancora pronunciare un credo”
L’attenzione privilegiata andrà alla comprensione della personalità del prete abusante, della vittima e della loro relazione. Altrettanto complessa e variegata risulta la delineazione delle possibilità di recupero dei protagonisti. Il tema della pedofilia non coinvolge solo la diade adulto abusante/bambino abusato; sia nel considerare la violenza, che nel programmare il recupero, grande attenzione andrebbe data al microcontesto situazionale-ambientale e al macrocontesto culturale: della comunità, dell’opinione pubblica, ed eventualmente della Chiesa.
Lucio Pinkus, figura eminente e poliedrica della cultura e della psicologia italiana, è stato anche uno dei primi cultori della psicologia della religione e uno dei padri fondatori della attuale SIPR. Oggi, in questa occasione guardiamo a lui come un Maestro e come un modello.
Per un primo accostamento ad una tematica complessa come quella che ci proponiamo sarebbe una buona acquisizione quella che portasse a: 1) individuale alcuni punti di confronto (similitudini e differenze); 2) indicare le possibili interazioni; 3) segnalare le conseguenza di frettolose contaminazioni, tra intervento psicologico e accompagnamento spirituale. La prospettiva qui adottata è quella della pratica clinica di psicoterapia picoanalitica.
Si tratta di un fascicolo di contributi di livello scientifico che presenta un ricco quadro dei temi sviluppati dai soci in quest’anno 2023. La diversità dei vari contributi qui proposti permette di intravedere quanto ampi siano i campi di ricerca e di riflessione della Psicologia della religione. La pubblicazione testimonia la varietà degli approcci e metodi presenti nella nostra associazione italiana e prende parte al dibattito internazionale su temi di grande attualità nella letteratura specialistica, quali la fondazione epistemologica della disciplina, i rapporti tra religione e spiritualità, la prospettiva neuro-evoluzionistica, l’interazione e il dialogo con la prospettiva psicoanalitica, l’affiliazione alle comunità spirituali e le tematiche della socializzazione religiosa.
Religions, una rivista accademica internazionale, interdisciplinare e open access che pubblica, mensilmente, contributi di studi e ricerca religiosa. Si pone l’obiettivo di rispondere agli interessi di un’ampia gamma di lettori, studiosi accademici della religione, teologi, filosofi, scienziati sociali, antropologi, psicologi, neuroscienziati e altri interessati allo studio multidisciplinare delle religioni. La rivista, per diffondere i risultati della comunità accademica e migliorare la comunicazione tra scienziati, promuove due premi per giovani ricercatori.
“Il pluralismo religioso: identità e alterità”. Verso il convegno (S. Golasmici); Lucio Pinkus Socio Onorario (M. Aletti); Recensione “Psicologia da religião. Uma Introducão” (M. Aletti); Programma e abstract del convegno di Milano (28/9)
Il pluralismo religioso (etnico, culturale) è un tema attuale sul quale lo psicologo della religione, insieme ad altri studiosi, è chiamato ad interrogarsi. Il fenomeno trova oggi una propria specifica collocazione nel panorama del contesto societario anche in funzione della costante spinta migratoria a cui sono soggette le cosiddette “società occidentali”. Dal punto di vista psicologico, il pluralismo implica una inevitabile tensione di relazione verso ciò che è percepito come altro (che è sentito anche diverso, alieno, ignoto) da ciò che ci si sente di essere o di appartenere. Ci si può chiedere allora quale lavoro psichico sia necessario compiere per pensare la pluralità all’interno della singolarità e come sia possibile pensarsi singoli all’interno della pluralità.
Questa “Introdução” di Geraldo José de Paiva ha tutte le caratteristiche per rispondere alle attese di quanti, da tempo, attendevano un manuale di Psicologia della religione. Il volume, articolato in capitoli, ciascuno dedicato ad un ambito contenutistico e metodologico specifico, è impreziosito dalle pagine di “Annexos” che ripresentano alcune delle più rilevanti ricerche pubblicate nel tempo da De Paiva: una sorta di antologia che, nella strutturazione del libro, illustra e sostiene le posizioni espresse nei capitoli.