Al crocevia della parola psicoanalitica
Video relazione in inglese, con sottotitoli in italiano, di Antoine Vergote al Congresso “Psicoanalisi e religione” (Verona, 19-21 ottobre 2001).
Riassunto: Nel mio intervento considero dapprima la relazione intrinseca tra i concetti della psicoanalisi, il suo procedimento terapeutico, la razionalità moderna e l’avvento della religione monoteistica. Analizzo poi l’opposizione, in Freud, tra due serie di concezioni connesse: i processi istintuali, la figura e la funzione del padre e la religione. Il razionalismo ottimistico spiega la religione come un prodotto illusorio della libido e del desiderio; La psicopatologia, pessimisticamente, guarda all’essere umano, alla civiltà e alla religione come carenti nel far fronte all’(auto) distruttivo istinto di morte connesso con la libido. In realtà, entrambe queste concezioni presentano delle (quasi) patologiche idee del padre e di Dio. Esse contribiscono a spiegare forme di idee e pratiche religiose premoderne, le patologie a contenuto religioso od antireligioso e la crisi della religione nella modernità. Comunque, evidenziando l’intima connessione, in persone sane, tra il corpo affettivo-libinale ed il sistema del linguaggio con la sua capacità di speech-acts la psicoanalisi manifesta un’analogia strutturale con il credo religioso. Questo spiega le eventuali patologie (religiose) il possibile effetto psicologicamente positivo della religione e giustifica il rifiuto di un uso funzionalistico, terapeutico della religione come procedura di “coping”.
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La citazione del testo a stampa in inglese ed italiano è: Vergote, A. (2002). “At the crossroads of the personal word/Al crocevia della parola personale”, In M. Aletti & F. De Nardi (Eds.), Psicoanalisi e religione. Nuove prospettive clinico-ermeneutiche (pp. 3-34). Torino: Centro Scientifico Editore.