Psicologia, spiritualità, identità
Psicologia, spiritualità, identità
Lucio Pinkus – SIPR; Presidente Comitato Scientifico del laboratorio di educazione al dialogo (TN)
Riassunto:
La cultura contemporanea, permeata dalla secolarizzazione per un verso, dal mito della scienza e dalla logica tecnologica dall’altro, ha profondamente inciso sulla religione. Questo perché le definizioni tradizionalmente usate per dire le religioni richiamano concetti come “verità oggettiva” o “assoluto”, che incontrano non poche resistenze negli stessi credenti. Inoltre l’esaltazione della soggettività, così presente nel vissuto contemporaneo, oltre a rendere complesso il concetto stesso di appartenenza ad una determinata religione, sembra non siano più sufficienti a contenere quell’insieme di motivazioni e di atteggiamenti che motivano una ricerca di una diversa trascendenza, più riferita all’io, come ben esprime M. Buber quando afferma: “abbiamo bisogno di avere la nostra esistenza confermata dall’altro”. Nasce così all’interno della psicologia, a partire da quella fenomenologica di Jasper, sviluppandosi poi attraverso la psicologia dinamica e le psicologie umanistiche, la formulazione di “vita spirituale” per esprimere un bisogno profondamente umano, che può svilupparsi in un orizzonte sia religioso che agnostico o anche ateo. Questa nuova descrizione consente di cogliere meglio i bisogni e le trasformazioni “spirituali” dell’identità contemporanea e le relative forme di esperienza e di espressione.
Parole chiave:
Cultura tecnologica; Psicoterapia; Vita spirituale; Identità
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