Identità religiosa, pluralismo, fondamentalismi. Prospettive psicologiche
Riassunto:
Lo psicologo è interessato a cogliere, nella pluralità dei fondamentalismi, la manifestazione storico-culturale di un atteggiamento psicologico fondamentalista. La povertà di modelli psicologici del fondamentalismo consegue alla difficoltà di una definizione che non può darsi che per rapporto ad un “non-fondamentalismo”: ad esempio nella strutturazione dell’identità religiosa, nell’accettazione del pluralismo. Si evidenzia la necessità di modelli veramente psicologici, genetico-strutturali, ed adeguatamente validati, che colgano l’intenzionalità (consapevole o inconscia) dell’atteggiamento fondamentalista, riferendolo ad una teoria complessiva della personalità. A mero titolo esemplificativo, si farà riferimento a quel modello psicodinamico che, rifacendosi a Winnicott, vede la religione come fenomeno transizionale ed indica il fondamentalismo come una deriva, di volta in volta, feticistica o autistica. In una prospettiva psicosociale, si propone il modello dell’Autoreferenzialità acritica, applicabile sia al fondamentalismo scritturale, racchiuso in una dinamica di testualità-intratestualità (il testo sacro contiene tanto la rivelazione quanto la sua interpretazione), sia all’assolutizzazione dell’esperienza come criterio “intratestuale” della verità del discorso religioso del proprio gruppo di appartenenza.
Il testo finale è stato pubblicato nel volume di M. Aletti & G. Rossi (Eds.) (2004), Identità religiosa, pluralismo, fondamentalismo. Torino: Centro Scientifico Editore.
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